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al testo di Amina Narimi
Agganci di fase,acrobati
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Sincroni del volto. forme vive talmente somiglianti da un capo all'altro l'offerta delle mani non è che un istante nel chiarore della comPrensione aggancio dell'amore trattenuto s'accoppia e sale per trovare luce combaciando i pioli al sogno ingenui di cadute. i nostri occhi levati in volo con lo stesso nome in bilico nell'aria senza voce s(c)i.amano rivolti verso l'll cielo acrobati piegano l'erba bagnata in lacrime scintillando germogli nella danza fermi a rimirare il mistero che si schiude
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Loredana Savelli
- 09/05/2013 22:57:00
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Sempre estatiche le tue poesie
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ferdigiordano
- 09/05/2013 13:31:00
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Avevo sete e sono venuto. Intrufolata nello sterno, tu sai che qui bevo quando vaga e distesa porti tutte le pose nel seno paziente per estensione delle forze profuse in parola. Ho avuto anche fame. E mi sono fermato. Una graticola di mani regge l’intima colonna del verso, la fondazione estrema e serena. Se leggo bene resta una ecchimosi nella tempesta.
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amina narimi
- 08/05/2013 23:20:00
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Nellascolto cristallino si fa altare la Parola e lumini accesi le dita delle mani coincidono con il battere sul seno a fare latte. è transumanza di respiri leggerti Ferdinando,una ricerca naturale al cibo tra i rifugi spersi per i monti alpeggio la lunghissima "teoria" di passi di sensi in branco guidati dal suono largo leco, su indicibili distanze, sopra i corpi massicci degli appennini un dono, piantato nel sangue, risuona da qualche parte, potente di luce implacabile da toccarti qua_si i fianchi cospargerli del suono di quella terra, di quella polvere loro
in oro
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Ferdinando Battaglia
- 08/05/2013 09:40:00
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Mi ci è voluto tempo Ma si è aperto ai miei occhi Un paesaggio luminosissimo di cieli Ciò può accadere solo con quella parola Che si fa eco di un’altra Parola Solo quando la voce canta L’Inudibile detto O l’Udibile appena soffiato Dalle labbra socchiuse in preghiera. Un altro dei tuoi bellissimi doni Madre zingara che porti ai figli I tesori scartati e rimasti nascosti. Sorella dai piedi candidi di giglio Spandi il profumo dei fiori Cresciuti nella solitudine delle Vetta I colori e la Luce.
E bellissima, Amina! Ma solo rileggendola più volta ne ho iniziato a vederne la trama di bellezza e di luce, come accade quando la parola è già eco di unaltra Parola (lUdibile non-detto e lInudibile soffiato). Ogni strofa merita un commento, ma chi sono io per saperne dire qualcosa? Accetta in cambio la mia piccola eco, seppure solo di polvere e terra.
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